Massimo Donato
Candidato
n° 32
Mission
L’esercizio della professione si inquadra nella sfera di una missione: si fonda sull’idea di creare benessere per avere benessere. Così facendo ci si (pre)occupa di ascoltare il proprio assistito che deve sentirsi tutelato perché in analisi non vi è l’opportunità di gestire solamente il portafoglio (pratica finale), ma bisogni, sogni, progetti e idee. Abituandosi a questo interagire, si diventa partner nelle scelte e nelle decisioni. Che non sono gettate dall’alto, ma si rappresentano come un’attività condivisa. Alla luce poi delle continue trasformazioni della società, il consulente adatta ogni strategia alle dinamiche familiari in tema patrimoniale, allargandone così la sfera e lavorandovi in team con altri professionisti.
Visione
L’Anasf non può più essere il teatro dove si esibiscono individualità alla ricerca di un proprio successo e/o di una visibilità che ne amplifica l’azione e i risultati personali. Avrebbe già dovuto essere l’esempio di un interesse collettivo, che partendo dal NOI, solo alla fine produca a cascata effetti anche sull’IO. ANASF dovrebbe essere come la nazionale di calcio, i calciatori che ne fanno parte, non provengono dai club di appartenenza, ma si adoperano per una causa diversa, quella che consentirà di vincere su nuovi campionati, per sentire l’orgoglio di appartenenza alla categoria e non ad una rete. Peraltro la professione sta cambiando velocemente pelle ed è impossibile traguardare obiettivi ambiziosi, senza prevedere una forza collettiva a supporto, che possa realmente mirare al raggiungimento degli stessi.
Valori
I valori ispiratori a raggiungere un’azione concreta con un respiro che miri alla crescita e al riconoscimento della professione, devono partire da un cambio di paradigma, a cui sono chiamati tutti i consulenti finanziari. Chi partecipa allo sviluppo e all’evoluzione dell’unica associazione di categoria, avrebbe il compito morale di lavorare per cooperare senza avere alcun ritorno immediato rivolto esclusivamente ad un interesse personale. L’esercizio di fazioni interne alle correnti, che potrebbero essere tollerate in un certo senso in campagna elettorale, dovrebbero tendenzialmente azzerarsi per il bene comune che migliora di conseguenza la vita sociale, professionale e personale di ogni componente della categoria. L’ANASF necessita di cambiare registro, di puntare principalmente all’etica e di mettere da parte l’esercizio dei modelli di rete, come fosse una semplice traslazione. Chi rappresenterà l’ANASF non dovrà avere l’etichetta della rete di appartenenza, senza questa volontà precisa, non si avrà neanche la forza e l’orgoglio di pretendere di partecipare nelle aule istituzionali alla formazione del futuro che ci attende, anche perché non saremmo riconosciuti in quanto forza di rappresentanza. Ci siamo lasciati strapazzare da un presuntuoso modello che ha ricercato la performance a tutti i costi e in qualunque condizione. Il consulente finanziario non è un mago che possa prevedere l’andamento dei mercati e non è un semplice collocatore di soluzioni finanziarie. Deve allontanarsi il più possibile dalla figura del bancario tradizionale e deve garantire una qualità nella rigida applicazione di un codice etico, che deve essere costruito dai consulenti finanziari che lo faranno adottare alle proprie organizzazioni. Altrimenti sono destinati a sparire rapidamente sia le reti che i consulenti. Siamo sull’orlo di un buco nero e ci stiamo preoccupando di conquistare una piccola quantità di un piccolo dolce, quando avremo praterie per operare all’insegna del benessere, per produrre e ricercare benessere ed avere benessere.